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Alziamo il volume: gridiamo 5031 volte basta!

La pandemia e il lockdown continuano a gravare sul nostro Paese. Le restrizioni pesano su ognuno di noi, ma c’è chi ha sulla pelle i segni delle ore interminabili passate in casa.

Sì, perché quando il nemico è sotto il tuo stesso tetto, quando non hai vie di fuga e le ore passate insieme diventano sempre più numerose, crescono gli scontri, i conflitti e le percosse.

Per capire l’incidenza del lockdown sul fenomeno della di genere l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, ha avviato uno studio del fenomeno nel periodo che va da marzo a giugno 2020.

I dati mostrano chiaramente che il numero delle richieste, sia telefoniche sia via chat, in quest’arco temporale è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280.

È quintuplicata la crescita delle richieste di aiuto tramite chat passando da 417 a 2.666 messaggi.

Il numero 1522, durante il periodo di lockdown, ha anche fornito informazioni e consulenze, indicando numeri utili per il supporto sociale e psicologico (rientrano in questa categoria d’intervento 2.979 chiamate ricevute, pari al 19,5% del totale).

Lo studio fa chiaramente notare l’entità della crescita del fenomeno alle attuali condizioni.

In soli 46 giorni, dal 1 marzo al 16 aprile, sono arrivati al numero verde:

  • 5031 richieste d’aiuto;
  • 1150 messaggi sull’app.

Nonostante si tratti di un periodo breve, sono state 2013 le donne vittime di violenza; di queste il 52,7% ha subito fisica, il 43,2% psicologica.

Sono 60 le donne assassinate in Italia da gennaio a novembre.

Il 93.4% di questi crimini avviene in casa e il carnefice è parte del nucleo familiare. Un luogo che per antonomasia è sinonimo di sicurezza si trasforma così in trappola mortale.

Infografica dati Istat

“Alziamo il volume” per la Giornata internazionale contro la sulle donne.

Come manifestare il proprio dissenso per quello che sta accadendo e come aiutare allo stesso tempo le vittime di domestica?

Parlando alle donne e rendendole consapevoli che non sono sole, che possono sconfiggere la paura e voltare pagina grazie ad una rete di supporto attiva che proteggerà loro e chi con loro sta vivendo l’incubo.

Il Centro Antiviolenza La Nara, Pratosfera, il Comune di Prato e la Fondazione Carlo Marchi hanno deciso di raggiungere quest’obiettivo attraverso il progetto “Alziamo il volume”; una serie di eventi dedicati alla Giornata internazionale contro la sulle donne.

Dal 24 al 27 novembre alle ore 18.00 saranno mandati in diretta dalla pagina Facebook del Centro Antiviolenza La Nara una serie di incontri virtuali.

#alziamoilvolumecontrolaviolenza 

Il programma chiarirà, grazie all’intervento di professionisti, alcuni aspetti importanti. In particolare:

Martedì 24 novembre

L’avvocata Lorenza Razzie e l’ di accoglienza Laura Cecconi analizzeranno il percorso di uscita dalla violenza.
Mercoledì 25 novembre

La coordinatrice del centro antiviolenza Francesca Ranaldi presenterà l’associazione.

Giovedì 26 novembre

Sarà esposto il XII Rapporto sulla di genere in Toscana, con la partecipazione del dirigente della Regione Toscana Silvia Brunori, della ricercatrice dell’Osservatorio Sociale Regionale Daniela Bagattini e di Donatella Pugi, di accoglienza.

Venerdì 27 novembre

Giulia Blasi, scrittrice e giornalista, l’attrice Daniela Morozzi e Elisa Maurizi, di accoglienza, discuteranno della necessità di fare una “cultura di parità

Nuove iniziative

A differenza di “Alziamo il volume”, Unicoop Firenze rende concreto il suo supporto alla causa attraverso una strategia che mira a finanziare le associazioni a sostegno della lotta alla violenza di genere.

La cooperativa ha scelto di scontare del 25% quaranta prodotti toscani e destinare un altro 25% del ricavato della loro vendita alle associazioni che supportano le donne vittime di violenza.

Per l’occasione, sugli scontrini, sarà riportato il numero nazionale 1522, attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, dedicato alle richieste di aiuto da parte delle vittime di violenza e di stalking.

La violenza di genere non è un fatto privato ma sociale. Dobbiamo rassicurare le vittime che non sono sole, che dalla violenza si può uscire e dobbiamo farlo attraverso azioni concrete, soprattutto in questo periodo in cui le convivenze forzate possono intensificare le situazioni di rischio.

“Ti diranno che arriverà qualcuno a salvarti, a soffiare sulle ferite. Ad amarti davvero. A dimostrarti che puoi tornare a crederci. Cancellando tutto il dolore e il freddo nel cuore. E tu scoprirai che è vero. E che quella persona che arriverà nella tua vita a salvarti, innamorandosi perdutamente di te, amandoti come nessuno ti aveva mai amato. Ecco, quella persona sei tu”.

(Roberto Emanuelli)

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