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Kamchatka: il mistero del disastro ecologico.

Al largo della Kamchatka, in Russia, una penisola grande come l’ ma abitata da appena 300 mila persone, si sta verificando un disastro ambientale che sta mettendo a rischio la vita marina della Regione. Carcasse di pesci, foche, ricci di mare, polpi e granchi ricoprono le coste, la spiaggia Khalatyr, e la Baia Avacha.

Il disastro ecologico

Greenpeace ha definito questo fenomeno un “disastro ecologico“.

Dalle analisi dell’acqua sono stati riscontrati livelli di prodotti petroliferi “quattro volte superiori” la norma e “2,5 volte più fenolo”. 

Durante le immersioni, è stata appurata la morte di massa del 95% degli organismi a 10-15 metri di profondità.

Vasily Yablokov– un membro della squadra di Greenpeace Russia – ha detto che in diverse aree si poteva vedere “una schiuma giallastra sulla superficie del mare” e che  una massa di sostanze inquinanti si muove lungo la costa non solo in superficie, ma anche in profondità.

L’Istituto di ricerca della pesca e dell’oceanografia della Kamchatka e l’Istituto di Geografia del Pacifico hanno segnalato che la morte degli organismi ucciderà anche i pesci che se ne nutrono. 

Le testimonianze

Anton Morozov, direttore di Snowave, una delle più importanti scuole di surf della penisola, aveva già denunciato ciò che stava accadendo.

Da settimane, infatti, i residenti e i surfisti avevano iniziato a presentare strani sintomi come bruciore agli occhi (in alcuni casi è stata diagnosticata una lesione della cornea), mal di gola e vomito provocati dall’avvelenamento causato dall’insolito odore del mare.

Nonostante la sua denuncia e la richiesta di un’inchiesta da parte di Greenpeace, le autorità sostengono che non si siano verificati incidenti industriali o altri eventi anomali nell’area.

Come si stanno muovendo le autorità?

Il ministro dell’Ecologia russo Dmitrij Kobylkine ha assicurato che i valori dei campioni analizzati sono nella norma e che la moria è dovuta a un fenomeno di “origine naturale”. Il leader politico ha spiegato che “dopo le tempeste c’è un aumento della tossicità dei microrganismi in questa zona che provoca cambiamenti nel contenuto di ossigeno”. 
Gli esperti, invece, ipotizzano la fuoriuscita di eptile, un carburante per missili estremamente tossico, da una delle tante installazioni militari presenti in Kamchatka. Una commissione speciale esaminerà le acque nei pressi dei siti di test militari di Kozelskij e Radyginskij.

Sempre più spesso gli interessi politici ed economici prevalgono sul buon senso. Come se distruggere l’ambiente, il nostro ecosistema non significasse ammazzare l’intera umanità, noi stessi.

Non possiamo più giraci dall’altra parte e far finta di non vedere. Il rischio è ovunque.  Abbiamo un’unica opzione: vivere in modo ecosostenibile e dobbiamo iniziare a farlo in fretta. Non c’è rimasto molto tempo!

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